Inaugurazione Sentiero e Luogo della Memoria “Davour La Mont”
Domenica 29 Settembre ore 14.30 – Castelnovo del Friuli – Borgata Davour La Mont
Durante la cerimonia verranno presentati i lavori di recupero dei resti della casa natale di Virginia Tonelli “Luisa” , dove verrà apposta una targa-ricordo della riunione del 19 Settembre 1943 nella quale “si decise di costituirsi in banda partigiana e di recarsi sul Ciaurlec” (fonte storica Steffè)
(vedi locandina in allegato con il programma)
Davour La Mont – Storia del “Borgo Rosso” e della Garibaldi Sud Arzino
Nel 1976 il terremoto compie il suo lavoro, spiana le ultime case di Davour La Mont, il bosco riprende i suoi diritti. Era solo una borgata, un luogo aspro e selvatico come tanti dalle nostre parti, eppure così speciale da venir citato nei i testi storici come culla della Resistenza friulana.
Scrive Steffè: “Dopo l’8 settembre i comunisti dello Spilimberghese convocano una riunione degli antifascisti di tutta la zona. La riunione si svolge il 19 Settembre 1943 in una borgata di Castelnovo, Davour La Mont, nella casa di Virginia Tonelli. Vi partecipano, oltre ai garibaldini di Spagna, Mirolo, Cancian, Codogno, Tambosso e Troiano di Spilimbergo, Bertoli di Castelnovo, Bortolussi e Beltrame da Lestans, Eugenio Candon e Pocci da Valeriano, Serena Vincenzo da Pinzano. Prendono la decisione di costituire un gruppo partigiano e di stanziarlo nelle casere del Ciaurlec, sul quale far affluire successivamente i volontari locali. I garibaldini di Spagna che ritroviamo a Davour La Mont sono Vincenzo e Vittorio Tonelli, Rossi Carlo Franz, Giovanni Salvador, tutti da Castelnovo, e Domenico Ribanelli di Forgaria.”
Inizia la storia della Garibaldi Sud Arzino.
Non sono antifascisti dell’ultima ora, hanno già soggiornato nelle patrie galere, tanti hanno già combattuto il fascismo ovunque si presentasse,in Italia, in Spagna, in Francia.
Sanno che cosa e perchè combattono, e per un futuro sperato mettono a disposizione il proprio presente.
Molti di loro moriranno. Sono operai, artigiani, contadini, di colpo si fanno classe dirigente. Molti sono migranti, sono tornati a rendere disponibile quanto hanno appreso. Aiutano la popolazione ad organizzarsi, a resistere nella quotidianità. I risultati si vedranno, a Castelnovo i volontari costituiranno il 7,66% della popolazione civile, a Pinzano il 6,41, a Travesio il 5,49. Sono tutti dati sopra la media regionale e nazionale.
Nella casa di Virginia, a Davour La Mont, passeranno in tanti, sarà il luogo dove sempre si trovano le istruzioni assieme a una fetta di polenta, e con quella il coraggio di andare avanti; sarà, anche dopo la morte di Virginia, rifugio e via di fuga per i partigiani braccati.
Virginia Tonelli, la partigiana “Luisa” diventerà esponente apicale del ruolo politico delle donne nella resistenza. Riferimento del Partito comunista nell’emigrazione sarà poi organizzatrice instancabile a partire da quel punto di irradiazione del movimento che fu la sua borgata. Per proteggere la sua rete passerà per il camino della Risiera di San Sabba.
Antistante la casa di Virginia c’è la casa “dai spagnoi”. E’ la casa degli 11 fratelli Tonelli. Antifascisti da sempre, combattenti in Spagna e in Francia, imprigionati, confinati, poi, ovviamente, partigiani. Il loro passato li pone in prima linea. La loro casa sarà il “comando tappa garibaldino”, quelli che vogliono andare in montagna da lì dovranno passare. A Enzo e Vittorio verrà data caccia spietata, fascisti e nazisti vogliono “quei Tonelli, quelli delle Brigate Internazionali, del Maquis, di Ventotene”. Non saranno in casa Enzo e Vittorio la notte nella quale i tedeschi andranno a rastrellare tutti i maschi Tonelli presenti in Davour La Mont, nel “covo di banditi”. E’ il febbraio del 1945. Non li uccideranno, Rino Tonelli penserà che erano forse già stanchi di uccidere, e continueranno così a combattere fino alla Liberazione.
Oneri ne ebbero tanti, quelli di Davour la Mont, onori pochi. Medaglie ai morti, certo, a Virginia Tonelli e a Eugenio Candon quella d’oro fra le altre, ma ai vivi poco o nulla, anzi, un’altra volta bevvero l’amaro calice della discriminazione politica. Soffia il vento della guerra fredda, i partigiani sono scomodi e ingombranti, non resta che riprendere la valigia. Diedero tutto, ebbero nulla.
Fu una storia collettiva, come sempre sono le storie di popolo, il suo lascito fu la Costituzione.
Per questo il nostro impegno a far rivivere Davour La Mont come luogo della memoria. Abbiamo disboscato, ripulito, spostato pietre, ricostruito muri e sentieri. Due anni di lavoro volontario, di iscritti ANPI e simpatizzanti, per riportare alla luce la borgata resistente, perchè quella storia resti per sempre la nostra.
STORIA DI VIRGINIA TONELLI “LUISA” https://www.anpiudine.org/virginia-tonelli-luisa/
L’intervento di Gigi Bettoli : http://www.storiastoriepn.it/davour-la-mont-culla-della-resistenza-nel-friuli-occidentale/